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IL PRINCIPE da Niccolò Machiavelli
20 Dicembre 2013 ore 20:45 – 21:45

AUDITORIUM COMUNALE DI SAN VITO
IL PRINCIPE
da Niccolò Machiavelli
con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
la voce di Niccolò Machiavelli è di Roberto Herlitzka
elaborazione, scene e regia di Stefano Massini
costumi di Giuliana Colzi
luci di Marco Messeri
Arca Azzurra Teatro
“essendo l’intento mio scrivere cosa utile a chi la intende, mi è parso più conveniente andare dietro alla verità effettuale della cosa, che alla immaginazione di essa.”
(capitolo XV, Il Principe)
Questa libera versione del Principe non si svolge fra velluti e troni, bensì fra tegami e ramaioli. Ebbene sì. Siamo in una cucina, dove un agguerrito drappello di cuochi avrà l’ingrato compito di cucinare un Principe all’Italia. Dare al disgraziato paese una guida, un governo, un faro, proprio come si augura Machiavelli nell’ultimo capitolo del suo celeberrimo libretto. Ma esiste una ricetta per creare dal nulla un governante modello? Con quali dosi di Virtù e Fortuna dovrà essere assortito? E ancora: il buon Principe è zuccheroso oppure salato? Deve bruciare il palato o scivolare in gola come una minestra? Con la metafora fertilissima dei fornelli, ci addentriamo dentro il nucleo vivo di un’opera straordinaria, autentico manuale di real-politik, vademecum per i sacerdoti del potere di ogni epoca. Ma della penna di Machiavelli non sopravvivono in scena solo le brillanti ingegnerie politiche: fra pentoloni e grembiuli si diffonde – come uno squisito odore di salsa – il sapore inconfondibile di quella lingua rinascimentale così diversa dal nostro italiano eppure così profondamente nostra, tutta da gustare mentre tratteggia con nitide pennellate i ritratti di decine di Principi passati, da Ludovico il Moro a papa Borgia, dal Duca Valentino all’imperatore Settimio Severo senza tralasciare Maometto II di Turchia. E poiché la cucina dei Principi sforna le sue pietanze da secoli, ininterrottamente, può perfino darsi che a un tratto, da quelle pentole inquiete, salti fuori un intingolo imprevisto, sulla cui ricetta pagheremo i diritti a Machiavelli, Indro Montanelli e Pasolini.
Che cos’è – ancora – il “Principe” di Machiavelli? Cosa racconta al nostro odierno palato (e più giù, al nostro volubile stomaco)? Ma soprattutto, è possibile farne nel 2013 – annus horribilis dell’antipolitica – un punto di partenza per qualsiasi riflessione politica? Nel raccogliere la sfida degli amici dell’Arca Azzurra per una riscrittura dell’opera, ho subito sentito di voler saltare in pieno il rischio dell’attualizzazione. Semmai, questo sì, tentare la carta di scavare a fondo fra le righe di Machiavelli, alla ricerca di un denominatore comune, di una chiave che stani il senso più profondo di un’opera modernissima così com’è, senza bisogno alcuno di protesi attualizzanti. Perché Machiavelli sta oltre il suo momento storico, parlandoci innanzitutto del Potere, antico quanto l’uomo, privo d’epoca. Machiavelli dispone il Potere sul suo tavolo operatorio, e con bisturi affilatissimo ne investiga le più sanguigne profondità. La sua analisi è talmente scientifica da assomigliare più a uno specchio che a un argomentare, inappellabilmente spietata e per questo lucida, dunque tuttora credibile. (Stefano Massini)
Spettacolo organizzato dall’ERT – Friuli Venezia Giulia e dal Comune di San Vito al Tagliamento.
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