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MAG ROMA in LA BAMBINA DI CARTA
TEATRO COMUNALE DI POLCENIGO
20 Gennaio 2019 | 17:00 – 18:30

MAG ROMA in LA BAMBINA DI CARTA
Il dramma delle spose bambine a teatro
testo e regia di Flavio Marigliani
con Valeria Nardella, Roberto Santi, Fabio Vasco
Produzione associazione MAG Roma in collaborazione con l’associazione Odeia e l’associazione Neda Day di Pordenone.
“La bambina di carta” è uno spettacolo prodotto dalla compagnia romana MAG, in collaborazione con l’associazione Odeia, che affronta il dramma delle spose bambine, tema caro all’associazione pordenonese Neda Day, che da anni si batte per sensibilizzare le istituzioni nazionali e internazionali per l’intervento contro la diffusione dei matrimoni tra minori e adulti, e che si è occupata in questa occasione di dare il proprio contributo di profonda conoscenza dell’argomento. Il 4 ottobre 2017 il parlamento europeo ha votato a maggioranza assoluta la risoluzione contro la pratica dei matrimoni precoci. Una vittoria in una battaglia di civiltà importante, un successo tutto pordenonese, condotto negli anni grazie all’incessante attività dell’associazione Neda Day assieme a molte altre realtà del territorio, tra cui l’associazione Odeia. Per questo Odeia ha raccolto la proposta della compagnia MAG di Roma di realizzare uno spettacolo su questo tema e le ha offerto, in collaborazione con i comuni coinvolti, una breve residenza produttiva che si terrà dal 16 al 20 gennaio. “La bambina di carta” debutterà venerdì 18 gennaio al Cinema Teatro Miotto di Spilimbergo alle ore 20.45. Il giorno seguente le scuole superiori dello spilimberghese assisteranno a una replica mattutina. La sera di sabato 19 gennaio al Teatro di Dardago a Budoia alle ore 21 si terrà la seconda replica. L’ultima replica sarà domenica 20 gennaio al Teatro Comunale di Polcenigo alle ore 17.
Prendendo spunto dalla vicenda di Nojoud Ali, sposa bambina yemenita che a soli 10 anni trovò il coraggio e la forza di chiedere il divorzio da un uomo più grande di lei che i genitori avevano costretto a sposare, lo spettacolo La bambina di carta, vuole essere innanzitutto un’operazione di sensibilizzazione verso un controverso tema ancora largamente ignorato in occidente, ma che, con il crescente flusso migratorio, è diventato una realtà anche nei paesi europei; vuole essere, inoltre, una riflessione più ampia sulla libertà della donna, sul suo ruolo, sia nelle società mediorientali, sia nella società occidentale, al fine di stimolare un dibattito più consapevole per smontare le ipocrisie e i pregiudizi che inquinano la discussione su temi così delicati e fondamentali.
Roma, 2018. Fatima è nata in Yemen, dove ha vissuto fino al compimento dei suoi sedici anni. Oggi, a trent’anni, è una donna emancipata, sicura di sé: ha una brillante carriera, è una scrittrice e giornalista affermata, ma c’è qualcosa nel suo passato che la differenzia dalle sue coetanee. Fatima è stata una sposa bambina: venduta dalla sua famiglia a un uomo molto più grande di lei, per ripagare una serie di debiti. Una bambina che ha conosciuto troppo presto il rigido ruolo di moglie che la società le imponeva: la sua posizione subalterna, la sua “inferiorità” nei confronti dell’uomo, la violenza di un marito che non conosceva altro mezzo per piegarne la volontà. Una bambina che però ha avuto la forza di ribellarsi, di chiedere, ancora bambina, il divorzio, di affrontare tutto il difficile iter burocratico di un processo in tribunale, aiutata e supportata da un’avvocatessa e da una giornalista in prima linea nella lotta per i diritti delle donne. Fatima si è salvata: è stata sottratta dalle mani del suo sposo/padrone, e, grazie all’interessamento e al lavoro delle società umanitarie, ha trovato in Italia la sua seconda possibilità. Fatima ha deciso di raccontare la sua storia: ha deciso di pubblicare un libro, una autobiografia che dia voce alle spose bambine e possa essere di esempio per le altre vittime di una prassi matrimoniale alla quale è sottoposto, ancora oggi, un gran numero di yemenite. Uscire allo scoperto, però, non è così facile. Fatima si scontra subito con la disapprovazione della famiglia, dei genitori in particolare, che temono il giudizio dell’opinione pubblica, preoccupati per l’onore della famiglia, perché “l’onore di una famiglia dipende dalle donne”; si scontra con l’ostruzionismo e la diffidenza della comunità yemenite, che leggono nella sua confessione un atto di accusa a tutta la società islamica; si trova a combattere contro il silenzio di altre donne e ragazze, vittime come lei, che però non vogliono esporsi, per paura o per convenienza. Ma si scontra anche con i pregiudizi e la morale della società occidentale e con la sua presunzione di essere il migliore dei mondi possibili.
Spettacolo organizzato da Odeia associazione culturale e dal Comune di Polcenigo, con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia e Fondazione Friuli.